A Casa Tutti Bene (2018)

L’ISOLA DEI FAMOSI

La carriera di Gabriele Muccino è iniziata alla fine degli anni 90 con due film discreti (Ecco Fatto, Come Te Nessuno Mai), per poi esplodere completamente nel 2001 con il grande successo de L’Ultimo Bacio. Da quel momento in poi, la sua vita cinematografica (ma anche quella privata) è stata un susseguirsi di alti e bassi. Dai grandi successi americani con Will Smith come La Ricerca della Felicità e Sette Anime, a flop disastrosi come Quello che so sull’amore, Padri e Figlie e L’Estate Addosso. Ci voleva un ritorno alle origini per tornare ai fasti di un tempo. Questo A Casa Tutti Bene infatti, sembra un seguito ideale dei suoi film di fine anni 90. La storia racconta di una famiglia che si ritrova per festeggiare le nozze d’oro dei due componenti più anziani. La rimpatriata sarà invece teatro di scontri rimasti irrisolti da tempo. Diciamo le cose come stanno, Gabriele Muccino gira molto bene. I suoi vorticosi movimenti di macchina sono altamente complessi ed efficaci, ma nulla possono contro una sceneggiatura imbarazzante. Uno dei grossi problemi di questo film è un impasto narrativo fiacco, banale e poco ispirato, che non riesce a dare giustizia a tutto il cast di stelle. Ad un certo punto si ha l’impressione (reale) che l’isterica messa in scena creata da Muccino sia in realtà un pretesto per “vantarsi” del suo ensemble di attori famosissimi e non riesce a restituire una vera “immersione” nelle tante (troppe) storie che vuole raccontare. Siamo di fronte al solito cinema italiano mediocre che funziona dal punto di vista tecnico (almeno questo dai), ma crolla rovinosamente sul piano della scrittura. Gli anni 90 sono finiti Gabriele, è tempo di crescere.

trash
“una sceneggiatura tremenda e poco incisiva”

cult
“la regia di Muccino e gli splendidi paesaggi”

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