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la settima arte a modo nostro

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la settima arte a modo nostro

Steve McQueen non è Steven Spielberg, ma va bene

Steve McQueen non è Steven Spielberg, ma va bene lo stesso.
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BLITZ di Steve McQueen (2024)

Seconda Guerra Mondiale. Durante il bombardamento di Londra, una bambino cerca di riunirsi con la madre.

L’impero del sole. Londra brucia sotto le bombe dei tedeschi. I londinesi scappano. Un bambino tenterà di tornare a casa da sua mamma. Ma il suo viaggio sarà lungo e pericoloso. Steve McQueen dopo le storie “crude” di Hunger, Shame (e il sopravvalutato 12 Anni Schiavo), racconta una favola “spielberghiana” ai tempi della WW2. Rifugi sotterranei come prigioni, città apocalittiche, uomini e bambini in fuga e il razzismo che divide più della guerra. Il McQueen “autore” diventa anche “commerciale” senza perdere però la sua vera anima. E cattura i nostri occhi con una messa in scena potentissima ma un po’ freddina (che riesce cmq a “coprire” una storia non così originale ma che meritava sicuramente il grande schermo). Brava e intonata Saoirse Ronan. Sorprendente Elliott Heffernan. Meglio il McQueen più provocatorio, ma va bene lo stesso.

#Blitz #SaoirseRonan #SteveMcQueen #AppleTV #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Potrebbe diventare uno dei miei film preferiti di

Potrebbe diventare uno dei miei film preferiti di quest’anno.
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STRANGE DARLING di JT Mollner (2024)

Una ragazza tenta la fuga braccata da un uomo armato di fucile..

Folie à deux. Cacciatore e preda. Preda e cacciatore. Demoni e innocenti. Amore e morte. “Disordinato” thriller-puzzle costruito come un gioco ad incastro (e al massacro) tanto furbo quanto pazzesco. JT Mollner gira in 35 mm e si ispira ai “capitoli tarantiniani” (6 per la precisione) per mescolare le carte e regalarci 90 minuti di colpi di scena e colpi bassi, colpi di pistola e colpi di fucile, colpi d’amore e colpi di dolore. Fino ad un epilogo “elettrico” e straziante. Forse ha poco senso vederlo una seconda volta (capirete il perché). One shot. Ma che figata ragazza. Willa Fitzgerald e Kyle Gallner mostruosi. Bomba.

#StrangeDarling #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

In parte funziona, in parte sequestro di persona *

In parte funziona, in parte sequestro di persona
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WICKED di Jon M. Chu (2024)

Nel Mondo di Oz, due aspiranti streghe stringeranno una forte amicizia che sarà messa a dura prova dalla magia.

Streghe verso Oz. Prima di Dorothy & co. c’erano due aspiranti fattucchiere nemiche-amiche. Una verde in stile She-Hulk, l’altra bionda in stile Barbie crea la moda. Una emarginata e dai grandi poteri, l’altra senza poteri, ma acclamata da tutti. Nascerà una forte amicizia a tempo di musical. Nel frattempo, animali (parlanti) deportati, discriminazioni razziali e il regno di Oz come la Corea del Nord. Ma va tutto bene finché uno/a non si ribella alla dittatura. Prequel de Il Mago di Oz in salsa Disney che racconta la genesi della “cattivissima” strega dell’ovest (acclamatissimo a Broadway). Il regista Jon M. Chu sbalordisce con scenografie dal vero ed effetti speciali che convincono, ma allunga il brodo fino alla durata monster di 2h e 40 min, annoiando un po’ (un po’ tanto) per riprendesi solo nella parte finale. Bravissima Cynthia Erivo. Brava Ariana Grande. Finale in stile Uomo d’acciaio. In attesa della seconda parte in arrivo l’anno prossimo.

#Wicked #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Commento a caldo della seconda stagione (finita di

Commento a caldo della seconda stagione (finita di vedere ieri notte). Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori. Venti di guerra “tecno-magica” all’orizzonte. Profeti/Messiah della bio meccanica e mostri pelosi ancora umani. Sorelle/amicizie perse/ritrovate e amori sopiti/nascosti ma mai dimenticati. Viaggi nello spazio tempo. Vendette e tradimenti. Padri e figlie. Momenti alla Hellraiser e Invasione degli Ultracorpi. William Shakespeare e George R. R. Martin. Arcane è tutto questo. Forse serviva un po’ respiro in più, ma chissene. E chissene se non si conosce il videogame (io per esempio). Lo spettacolo è talmente bello, emozionante e coinvolgente che ci si sprofonda dentro come un sogno bellissimo. E quando ti risvegli sei triste che sia finito, ma felice di averlo vissuto. Uno dei migliori prodotti del 2024 (e non solo). A mani basse. Ciaone proprio.

#Arcane #LeagueOfLegends #Netflix #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Viva la mamma. ***********************************

Viva la mamma.
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IL ROBOT SELVAGGIO di Chris Sanders (2024)

Un robot precipitato su un isola abitata da animali dovrà adattarsi e trovare i propri obiettivi.

Cuore d’acciaio (di mamma). (Neo) mamme robotiche e mamme “natura”. Figli adottati e famiglie “allargate”. Trovare la propria strada e accettare il proprio destino. Che tu abbia le ali, la coda oppure i transistor, l’importante è essere uniti e “migrare” verso nuovi orizzonti. Bellissima favola ambiental-famigliare targata Dreamworks che realizza un cartoon “impressionista” che parla di “amore” materno e incondizionato. Si impara a vivere, a sopravvivere e anche a morire secondo il ciclo della vita. Tra Wall-E, Il Gigante di Ferro e una spruzzata di Miyazaki, il robot con protesi alla gamba Roz è destinato ad entrare nel vostro cuore di metallo. E ora tornate a casa e date un abbraccio forte alla vostra mamma.

#IlRobotSelvaggio #TheWildRobot #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Qui la FFP2 non vi servirà a niente. ************

Qui la FFP2 non vi servirà a niente.
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WHEN EVIL LURKS di Demián Rugna (2024)

Due fratelli che vivono in un sperduto paese argentino, dovranno affrontare il Male puro che sta dilagando tra la popolazione.

Balada para el diablo. Terre desolate e uomini perduti. Quando anche la chiesa ha perso il suo potere, l’unico modo per salvare la propria anima (e la propria famiglia) è rispettare le regole e scappare. Horror-western argentino di Demián Rugna, che dopo il gioiello Aterrados, firma un altro grande pezzo di cinema. Il Male che dilaga come il Covid. Posseduti come appestati. Due uomini (falliti) che tentano l’impossibile. Agghiacciante visione di un mondo morto e sepolto che ha perso anche la voglia di pregare (e che non riesce più a salvarsi). Cattivissimo, violentissimo, senza speranza e con un paio di scene da cazzotto nello stomaco. Rugna si conferma regista da tenere d’occhio. E pace in terra agli uomini che ancora credono in qualcosa. Qualsiasi cosa.

#WhenEvilLurks #DemiánRugna #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Quando gli umani avevano la coda (o avranno). ****

Quando gli umani avevano la coda (o avranno).
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FLOW di Gints Zilbalodis (2024)

Dopo un devastante diluvio, un piccolo gatto nero dovrà allearsi con altri animali per sopravvivere.

Oltre il diluvio. Gatti, cani e altre forme di vita. Quando il mondo crolla (o sprofonda), l’unica speranza per “l’umanità” è nelle mani (o meglio nelle zampe) di un piccolo branco di animali. Favola animata “naturale” che esplora la natura umana senza umani o arca di Noè post-apocalittica dove l’unione e la diversità (e la comunicazione) fanno la differenza. Gints Zilbalodis illumina i nostri occhi con un vorticoso gioiello animato “silenzioso” scandito dal flusso dell’acqua della vita. Il piccolo gatto protagonista diventa lo specchio per guardare dentro noi stessi e dentro le nostre paure. Distruzione e ricostruzione, sconfitte e rivincite, vita e morte, acqua e terra, viaggi e miraggi. Da non perdere.

#Flow #GintsZilbalodis #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Danimarca 1 - Blumhouse 0 ************************

Danimarca 1 - Blumhouse 0
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SPEAK NO EVIL di James Watkins (2024)

Una famiglia inglese viene invitata a casa di una eccentrica famiglia conosciuta durante una vacanza in Italia. Il rilassante weekend si trasformerà in un incubo.

Cani di (finta) paglia. Famiglie in crisi che incontrano famiglie sconosciute. Serve un bel weekend rilassante da passare insieme per risolvere tutto. Regola fondamentale: scappare quando è il momento giusto. Remake anglo-americano firmato Blumhouse dell’omonimo film danese del 2022. Il thriller psicologico si trasforma in thriller-horror caciottaro. Tutto identico fino a metà ma più “spiegato”. Ultima parte in stile “Sam Peckinpah” completamente stravolta (che non è necessariamente un male), ma perde tutto l’orrore sconvolgente e strisciante dell’originale. Ma si sa, il pubblico americano ha bisogno di testosterone e botte da orbi. James McAvoy, a metà strada tra Shyamalan e Terminator, è bravissimo ma troppo sopra le righe (fin dall’inizio). Le tiene testa Mackenzie Davis, capo famiglia armata di guanti gialli per lavare i piatti. Il resto tutto dimenticabile. Urge tornare in Danimarca.

P.s. James Watkins è il regista di un gioiello horror del 2008 intitolato “Eden Lake”. Recuperatelo.

#SpeakNoEvil #JamesWatkins #JamesMcAvoy #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

L’amore ai tempi di Putin. *********************

L’amore ai tempi di Putin.
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ANORA di Sean Baker (2024)

Una giovane ragazza che lavora in un night club incontra il figlio di un oligarca russo e le promette di cambiare vita.

Diamante grezzo. Sogni (americani) di una ragazza perbene. L’amore e la spensieratezza che in realtà nascondono un malessere giovanile. Una notte (proprio da leoni) scatenata e divertentissima. Travolgente commedia firmata Sean Baker che ci porta nel cuore di una anti-pretty woman alla ricerca di se stessa. Tra russi “schifosamente” ricchi e spogliarelliste dei bassifondi, Baker corre all’impazzata su ottovolante dark e multietnico, psichedelico e umano. E ci regala una delle commedie più belle e imprevedibili degli ultimi anni. Fino ad un finale “innevato” e indimenticabile. Mikey Madison stellare. Filmone.

#Anora #SeanBaker #MikeyMadison #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Papà castoro e la vendetta. Bomba. **************

Papà castoro e la vendetta. Bomba.
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DISCLAIMER di Alfonso Cuarón (2024)

Una giornalista riceve la copia di un romanzo inedito che ha dei rimandi con un episodio del suo passato

Le pagine della nostra vita. Racconti, storie e romanzi. Alcuni brandelli di vita vissuta possono raccontare tanto se sai interpretarli. E non sei accecato dalla rabbia. L’importante è raccontare una propria versione, giusta o sbagliata che sia e aspettare che il cadavere del tuo nemico ti passi davanti. Prima miniserie firmata Alfonso Cuarón che prende spunto da un romanzo per raccontare la “sua” storia. Donne e uomini (e figli) che precipitano nel nel baratro della vergogna, o peggio della vendetta (con gatti come testimoni). L’essere umano è tanto fragile quanto pronto a tutto per sopravvivere. Tra il thriller e il dramma psicologico, passando per l’erotico, Cuarón ci immerge in un mondo dal sole spento e dove tutto è/non è perfetto come sembra, fino ad un episodio finale assolutamente magistrale. Cate Blanchett e Kevin Kline enormi. Da non perdere.

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Non diventerà il nuovo classico di Natale. Neanch

Non diventerà il nuovo classico di Natale. Neanche ad agosto. Però riesce a non farti pensare troppo.
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RED ONE di Jake Kasdan (2024)

Durante la vigilia di Natale, un gruppo di terroristi riesce a sequestare Santa Claus. La sua guardia del corpo e un ladro cercheranno di salvarlo.

Jumanji: Last Christmas. La Rovaniemi high-tech con Santa Claus e elfi palestrati è in pericolo. Occorre chiedere aiuto ad un (ex) bimbo cattivo che (ovviamente) così cattivo non è. Buddy-holiday-movie dal regista degli ultimi due Jumanji che qui praticamente fa un nuovo Jumanji non ufficiale. Quindi via al delirio action-natalizio tra pupazzi di neve dopati, spie mitologiche, mostri “barkeriani”, giocattoli e giocattoloni, streghette e befane, palle di neve magiche, orsi polari spacca-ossa e slitte supersoniche. Dwayne Johnson, elfone wrestler, al suo solito. Chris Evans, moderno cyber-Lupin, con pochi guizzi. Nessuna metafora, nessun messaggio e finale a tarallucci e vino (o spumante e panettone se preferite). Si stacca la spina per 2 ore e 13 min (troppe). Fa quello che deve fare. Se non vi è piaciuto state tranquilli. Prima di Natale sarà già completamente dimenticato.

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Victoria diventa Sophie e Berlino diventa Palermo.

Victoria diventa Sophie e Berlino diventa Palermo. Però forse funzionava meglio prima.
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FINO ALLA FINE di Gabriele Muccino (2024)

Una ragazza americana in vacanza a Palermo, una notte e una scelta che le cambierà la vita per sempre.

Una vita al massimo. Scelte di vita ed eventuali conseguenze. Meglio un lavoro da Starbucks o un lavoro nella criminalità organizzata? Sicuramente meglio un giorno (o una notte) da leoni che cento da pecore. Dramma (quasi) thriller a tutta velocità di Gabriele Muccino, che copia paro paro il bellissimo film tedesco del 2015 “Victoria” (girato interamente in piano sequenza). Palermo come Berlino. Muccino fa sbraitare i suoi giovani protagonisti, li fa correre, bere, divertirsi e addirittura fare l’amore. Poi li fa schiantare a 100km all’ora. E si schianta anche il film. Poco credibile la storia d’amore. Poco equilibrato l’intreccio thriller/action. Il solito cinema “mucciniano” esasperato e gridato che funzionava con Accorsi e la Mezzogiorno, ma le regole del thriller (quello vero) sono diverse. Cast completamente sopra le righe (anche se Elena Kampouris è brava) e momenti di trascurabile (in)felicità. A casa tutti bene, ma meglio gli sconosciuti. Specialmente se sono bellocci e sfigati. Fa lo stesso Gabriè.

#FinoAllaFine #GabrieleMuccino #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Lo trovate su Prime Video a noleggio. Un po’ il

Lo trovate su Prime Video a noleggio. Un po’ il Mago Otelma un po’ l’Esorcista. Merita. Fidatevi.
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LATE NIGHT WITH THE DEVIL di Cameron e Colin Cairnes (2023)

Anni 70. Un presentatore televisivo in declino decide di invitare una ragazzina posseduta nel suo talk show notturno.

Rischiatutto! (anche l’anima). Gli anni 70 di Charles Manson e delle sette sataniche e la TV dello scoop “ad ogni costo”. Un presentatore in declino disposto a tutto (proprio a tutto) per tornare agli ascolti di un tempo, con una puntata di Halloween che si preannuncia indimenticabile. Tra sensitivi, scienziati, psicologi e ragazzine possedute, l’evento risulterà epocale. Se siete adoratori di Satana ovviamente. Gioiellino horror/pseudo-found footage perfettamente travestito da programma TV seventies che esplora il male attraverso il tubo catodico. Tra telecamere, fenomeni paranormali, luci, vermi, ipnosi e patti demoniaci, i fratelli Cairnes giocano con lo spettatore mescolando generi e orrore, visioni e realtà, David Letterman e William Friedkin (o Mara Venier e Giucas Casella se preferite). Forse un po’ frettoloso nel finale, ma rimane un piccolo film visivamente impeccabile e pieno di idee. David Dastmalchian strepitoso. Da non perdere.

#LateNightInTheDevil #DavidDastmalchian #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Il film esce il 30 ottobre. Correte a vederlo. A s

Il film esce il 30 ottobre. Correte a vederlo. A stomaco vuoto però.
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THE SUBSTANCE di Coralie Fargeat (2024)

Una showgirl in declino decide di assumere una misteriosa sostanza che le permetterà di vivere una vita parallela. Ma le cose prenderanno una piega inaspettata quando non rispetterà le regole.

La rabbia giovane. Vecchie Star (quasi) dimenticate e i fasti di un tempo andato. Lo showbiz vuole carne fresca da esporre. Una misteriosa sostanza può essere la soluzione a patto che si rispettino le regole. Ma si sa, l’appetito vien mangiando. Strepitoso fanta-body-horror di Coralie Fargeat che omaggia tutto il cinema horror possibile (da Kubrick passando per Cronenberg fino alla Troma) creando una satira sociale brutale, rabbiosa, grottesca e viscerale. Il mito di Dorian Gray sotto LSD, tra uova e cucina francese, aghi e siringhe, fluidi corporei e fluidi fosforescenti, corpi perfetti e ammassi di carne. Confronto/scontro attorial-fisico-generazionale tra una ritrovata Demi Moore (pazzesca) e una lanciatissima Margaret Qualley (anche lei pazzesca), stessa persona in due corpi diversi. Tutto il resto sta negli occhi e nella mente di una regista francese destinata a fare grandi cose. E la gloriosa nuova carne (rigorosamente al sangue) è servita su un piatto d’argento. Istant Cult.

#TheSubstance #CoralieFargeat #DemiMoore #MargaretQualley #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

“… Con tutto questo non rinunciava mai alla su

“… Con tutto questo non rinunciava mai alla sua ricerca di una Porta che si aprisse sull’Estate.”

(LA PORTA SULL’ESTATE di Robert A. Heinlein, 1956)

Un’ultima sbirciata alla nostra porta sull’estate prima di chiuderla.

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Recupero di ieri sera. la Kravitz comunque non sch

Recupero di ieri sera. la Kravitz comunque non scherza. Difetti compresi.
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BLINK TWICE di Zoë Kravitz (2024)

Invitata sull’isola esclusiva di un sedicente milionario, una donna capirà presto che quel paradiso nasconde un mistero.

Il paradiso del diavolo. Isole private con “feste” esclusive per persone ricche (e non). L’importante è bere, divertirsi, aspettare il mattino e non ricordare nulla. Assolutamente nulla. Frizzante debutto alla regia di Zoë Kravitz che racconta (con grande abilità tecnica, bisogna ammetterlo) una black comedy/horror/mistery con denuncia sociale. Tra maschi non-Alfa, serpenti, cene, profumi, veleni, polaroid, lamponi, droghe e abiti bianchi, il paradiso si trasforma in qualcosa di più angosciante e perverso. Tra il cinema di Rian Johnson, Jordan Peele, un pizzico (meglio dire “qualche goccia”) di Tarantino e il movimento Me Too. La Kravitz procede spedita verso un pre-finale cattivo e un vero finale non così cattivo (o forse ancora più cattivo, dipende dai punti di vista). Ma la mano c’è. Applausi per Channing Tatum.

#BlinkTwice #ZoëKravitz #ChanningTatum #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

Non è piaciuto (quasi) a nessuno. A noi si. *****

Non è piaciuto (quasi) a nessuno. A noi si.
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JOKER: FOLIE À DUEX di Todd Phillips (2024)

Dopo gli eventi del primo film, Arthur Fleck, rinchiuso in carcere e in attesa del processo, incontrerà una persona che gli cambierà la vita.

Creazione, analisi e decostruzione di un uomo ridicolo, ovvero analisi logica e grammaticale di Joker 2019. Todd Phillips frega tutti e realizza un non-sequel su non-Joker, mescolando generi, canzoni e meta-cinema. Solitudine e disperazione, luci e ombre, accusa e difesa, follia e lucidità, amore e morte. Phillips “divide” Arthur Fleck in due. Uno, principe del caos. L’altro, piccolo uomo fallito. Chi vincerà? Forse la società dovrà trovarsi un altro clown. O forse no. Esattamente come noi spettatori. Joaquin Phoenix immenso. Lady Gaga brava. Chi lo odia e chi lo ama. Hanno tutti ragione.

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“Essere è una fuggevole illusione.” (CLIMAX d

“Essere è una fuggevole illusione.” (CLIMAX di Gaspar Noé, 2018)

A Zanzibar e ritorno…

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VIAGGIO IN UGANDA - parte 2 .. la nostra Africa c

VIAGGIO IN UGANDA - parte 2

.. la nostra Africa con i nostri occhi che non sarà mai nostra, ma forse un po’ si. Sicuramente più di prima.

Ora si torna al cinema.

#uganda #ugandasafari #trashcultontheroad #trashcult

VIAGGIO IN UGANDA - parte 1 .. che forse i nostri

VIAGGIO IN UGANDA - parte 1

.. che forse i nostri occhi non sono ancora abituati a simili meraviglie della natura. E forse non lo saremo mai.

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#Venezia81 è ormai giunta al termine. Piccolo int

#Venezia81 è ormai giunta al termine. Piccolo intervallo dei nostri incontri speciali (e non) fatti al lido. Se ve lo state chiedendo, la risposta è no, non abbiamo visto Valeria Marini. Baci stellari.

#trashcult #trashcultdotcom

CAMPO DI BATTAGLIA di Gianni Amelio (2024) Prima

CAMPO DI BATTAGLIA di Gianni Amelio (2024)

Prima Guerra Mondiale. Due medici militari e due metodi diversi di servire la patria.

La guerra di Ippocrate. Medici con/senza frontiere, divisi tra curare soldati feriti e rimandarli in guerra oppure “danneggiarli” e rimandarli a casa. Gianni Amelio ci racconta una Guerra nella Guerra, etica, personale, intima e “silenziosa”. Una Guerra destinata a finire (forse) con lo scoppio di una epidemia (la spagnola). Molto interessante la prima parte, completamente sconclusionata la seconda e il menage à trois friend-amoroso tra Borghi/Montesi/Rosellini proprio non funziona. Amelio analizza il passato per raccontare il presente, ma la sua non-storia nella Storia che poteva essere più potente di quello che in realtà è. Peccato.

#CampoDiBattaglia #GianniAmelio #AlessandroBorghi #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com #venezia81

#Venezia81 con i nostri occhi. Punto. #trashcult

#Venezia81 con i nostri occhi. Punto.

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“Ha delle proprietà particolari. Ti prepara per

“Ha delle proprietà particolari. Ti prepara per il rito… e abbatte le tue difese. Fidati!”
(MIDSOMMAR di Ari Aster, 2019)

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Se Ridley Scott voleva trasformare la saga in filo

Se Ridley Scott voleva trasformare la saga in filosofia, a Fede Alvarez sta a cuore la classe operaia invece.
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ALIEN: ROMULUS di Fede Alvarez (2024)

Un gruppo di ragazzi operai bloccati su un pianeta senza sole e l’occasione giusta (ma sbagliata) per andarsene.

La classe operaia va nello spazio (a morire). La vita su un pianeta senza Sole è uno schifo. Si lavora, si lavora e si prova a non morire. L’unica speranza è cambiare pianeta. Un gruppo di ragazzi in cerca di una nuova vita, ma forse rimpiangeranno quella vecchia. Fede Alvarez, dopo i demoni raiminiani, ci prova con gli alieni gigeriani. Tutto torna alle origini: atmosfere, scenografie, pupazzi. In parte il gioco funziona a dovere, in parte no. Fan service eccessivo? Qualche buco di sceneggiatura qua e là? Terzo atto un po’ azzardato? Si, ma Alvarez se ne frega e decide di divertirsi con un B-movie secco e con poche pippe. Cailee Spaeny, novella Ripley, fa il suo dovere. Tutto il resto del cast, sacrificabile (ad eccezione dell’androide Andy). Tanti facehugger salterini, tanti rimandi sessuali gigeriani, una scena che strizza l’occhio a Cronenberg e tantissimi (troppi) rimandi agli altri film della saga. Niente di memorabile o innovativo, ma la giostra diverte finché dura.

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CONFIDENZA di Daniele Luchetti (2024) Un professo

CONFIDENZA di Daniele Luchetti (2024)

Un professore di lettere confessa, per gioco, alla sua fidanzata/ex-allieva un segreto indicibile. La paura che questo segreto venga svelato lo segnerà per tutta la vita.

Un professore (borghese) piccolo piccolo. Viaggio nella paura di un uomo “perbene” che ha confessato un indicibile segreto alla persona giusta/sbagliata. Forse per gioco, forse per amore. Ma ormai è troppo tardi. Daniele Luchetti e Domenico Starnone indagano il logoramento della mente umana e tutto quello che gravita attorno ad una relazione (tossica?). L’uomo medio costretto a fare i conti con una condanna che minaccia la sua comfort zone. Psico-love-thriller straniante e ipnotico. Forse andava asciugato in alcune parti, ma la sensazione di disagio rimane anche dopo i surreali titoli di coda. Elio Germano, come sempre, da applausi.

#Confidenza #DanieleLuchetti #ElioGermano #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

TRAP di M. Night Shyamalan (2024) Un padre e una

TRAP di M. Night Shyamalan (2024)

Un padre e una figlia, al concerto di una grande pop star, si accorgono che l’evento nasconde un segreto.

The Shyamalan Tour. Difficile farsi piacere il fatto di portare la propria figlia ad un concerto di una pop star. Ancora più difficile se sei un serial killer. Nuovo thriller firmato Shyamalan che costruisce una caccia all’uomo nell’era di teenager (e non solo) anestetizzati da cellulari e Taylor Swift. Partenza col botto (tesissimo e intrigante) ma si perde piano piano fino ad un parte finale da “se vabbè buonanotte”. Stadi affollati, polizia all’erta, fughe improbabili, tanti cellulari, musica alla Taylor Swift e alcuni momenti WTF?!?, ma soprattutto un Josh Hartnett perfetto padre-macellaio. Non ci si annoia, ma è veramente questo lo Shyamalan che abbiamo amato? Se il suo obiettivo era pubblicizzare la figlia cantante, bastava anche meno.

#Trap
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Chiediamo scusa per il ritardo, ma l’abbiMo recu

Chiediamo scusa per il ritardo, ma l’abbiMo recuperato solo ieri sera. Chiediamo perdono.
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THE QUIET GIRL di Colm Bairéad (2022)

Irlanda, anni 80. Una ragazza proveniente da una famiglia difficile, va a trascorrere l’estate con dei lontani parenti. Il periodo di permanenza cambierà la sua vita e non solo.

Correndo con la vita in mano. Una ragazza silenziosa e una coppia semplice. Il destino li unirà per sempre, al di là del loro legame di sangue. La piccola Càit, con il suo viso d’angelo, si lascia trasportare/accompagnare dagli adulti, quasi passivamente, fino ad un finale (splendido) esplosivo/implosivo dal sapore dolce-amaro. Viaggio all’interno di una non-famiglia e della loro quotidiana “normalità”. Il regista Colm Bairéad racconta una piccola e semplice storia costruita sui dettagli e sulla semplicità. Una routine scandita dal tempo e dal sole per capire/scoprire l’amore. E per imparare a correre. Bellissimo.

#TheQuietGirl
#ColmBairéad #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

GLORIA! di Margherita Vicario (2024) Venezia, 180

GLORIA! di Margherita Vicario (2024)

Venezia, 1800. In un istituto musicale per orfane, l’arrivo del Santo Padre mette in subbuglio tutti.

Libertè, Egalitè, Musichè.
Ragazze musiciste nate nel periodo storico sbagliato, ovvero Sister Act ai tempi di Napoleone. Il mondo è in rivoluzione, la chiesa (e il patriarcato) è in crisi, le donne (ri)costruiscono le basi per il futuro (musicale e non). Rinfrescante opera prima della cantautrice Margherita Vicario che costruisce un anomalo musical-dramedy in costume piacevole, armonioso e solare. Manca un po’ di solidità registica, ma le intenzioni e la voglia di stupire (e di leggerezza) ci sono. Pianoforti, incontri notturni, musica pop, musica classica e preti in crisi esistenziale (applausi a Paolo Rossi). Quando Mozart incontra X- Factor. E poi mette di buonumore. Dettaglio non da poco.

#GloriaIlFilm
#MargheritaVicario #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

IL REGNO DEL PIANETA DELLE SCIMMIE di Wes Ball (20

IL REGNO DEL PIANETA DELLE SCIMMIE di Wes Ball (2024)

Generazioni dopo la storia di Cesare, una tribù di scimmie viene attaccata da un leader tiranno. Noa, intraprenderà un viaggio per salvare il suo popolo.

Apecalypto. Le scimmie come gli umani, gli umani come le scimmie (forse). Gli insegnamenti di Cesare (forse) hanno preso una brutta piega. Nuovo capitolo del Pianeta-scimmiesco dopo la bellissima trilogia conclusa da Matt Reeves. Wes Ball prende in mano la baracca. Spettacolo assicurato, ma la storiella è un po’ troppo “già vista”. Nuovi e falsi profeti. Nuovi eroi e nuovi nemici. Nuove e vecchie storie. Nuovi e vecchi segreti. Il mondo di Cesare è destinato a cambiare ancora una volta. E come sempre, i venti di guerra sono all’orizzonte. Il franchise ha ancora qualcosa di nuovo da raccontare? Si vedrà. Comunque assolutamente da vedere.

#IlRegnoDelPianetaDelleScimmie
#KingdomOfThePlanetOfTheApes #WesBall #Disney #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com

“Se c’è un difetto, è umano; è sempre così

“Se c’è un difetto, è umano; è sempre così...”
(MINORITY REPORT di Steven Spielberg, 2002)

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DEADPOOL & WOLVERINE di Shawn Levy (2024) Deadpoo $DEADPOOL & WOLVERINE di Shawn Levy (2024) Deadpool è costretto a chiedere aiuto ad un Wolverine di un altro universo per salvare il suo dalla distruzione. A spasso nello spazio-tempo. Torna Deadpool e questa volta gli tocca salvare l’MCU (sprofondato con film mediocri nella sua saga del Multiverso). Stessa formula (violenza, irriverenza, volgarità), obiettivi diversi (salvare l’MCU?). Ma più che salvare l’MCU, Reynolds & co provano a dare dignità alla defunta Fox (in maniera geniale, bisogna ammetterlo). E quindi via a camei inaspettati, meta-battute, azione, altri camei inaspettati e una certa nostalgia canaglia. E ben ritrovato a Hugh Jackman in forma smagliante di giallo vestito. Ci si diverte, c’è qualche momento di stanca, ma funziona. Si funziona nonostante tutto. Soprattutto se avete vissuto un certo tipo di cinecomics inizio anni 2000. E nonostante l’operazione volutamente ignorante, fracassona ed esagerata, si arriva ai bellissimi titoli di coda con un certo magone. #DeadpooleWolverine #DeadpoolAndWolverine #MarvelStudios #Disney #trashcult #trashcultdotcom www.trashcult.com$

INSIDE OUT 2 di Kelsey Mann (2023) La mente di Ri

INSIDE OUT 2 di Kelsey Mann (2023)

La mente di Riley, diventata una teenager, inizia a popolarsi di nuove emozioni che metteranno in difficoltà Gioia & co.

Inside Ansia. Pubertà, hockey, amicizie e altri disastri. Ovvero, far parte della Generazione Z e provare a conviverci. La Pixar torna nella mente umana dopo il primo (straordinario) film. L’età avanza, arrivano nuova emozioni e soprattutto arriva lei, l’ansia. Struttura narrativa identica (molto meno travolgente del capitolo uno però), la Pixar va sul sicuro e non rischia più di tanto, ma lo spettacolo intrattiene. Consapevolezze, flussi di coscienza, tempeste di idee, nuove console (e app), marsupi parlanti e attacchi di panico. Il mondo pre-adolescenziale è un casino? Ne parliamo fra qualche anno va. Pixar, prendi nota. Bentornata, ma con riserva.

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VERMIN di Sébastien Vaniček (2023) con Théo Chr

VERMIN di Sébastien Vaniček (2023)
con Théo Christine, Finnegan Oldfield

Un enorme palazzo nelle periferie parigine viene invaso da una rara specie mortale di aracnidi. Alcuni abitati cercheranno di scappare.

La haine (per i ragni). Le periferie parigine ancora una volta prese d’assalto. Questa volta non dalla polizia (quasi), non da zombi affamati e nemmeno da alieni invasori. Questa volta tocca ai ragni. E la classica ciabatta non vi servirà. Sorprendente e “aracnofobica” opera prima che gioca con il genere horror (e con grande maestria tecnica), riuscendo ad essere fresco, inquietante e coinvolgente. Scarpe nuove, animali esotici, amicizie perdute e ritrovate, condòmini uniti, corridoi infestati, ragnatele a non finire e milioni di zampe. Sébastien Vaniček, già prenotato da Hollywood per il prossimo Evil Dead, ama il genere e si diverte. E noi con lui. Figata.

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Questo video è stato realizzato un po’ di tempo

Questo video è stato realizzato un po’ di tempo fa. Poi per una serie di cose non l’avevamo ancora pubblicato. Lo facciamo oggi. E lo dedichiamo a tutte quelle persone che ci hanno insegnato ad essere felici. In questa vita o nell’altra.

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TOTEM - IL MIO SOLE di Lila Avilés (2023)
con Naíma Sentíes, Montserrat Marañon

Una bambina, un padre malato, una famiglia e i preparativi per una festa di compleanno.

Se il sole muore. Viaggio vitale/astrale di una famiglia alle prese con una festa di compleanno/addio(?). La regista Lila Avilés ci racconta una storia personalissima e intima all’interno di un nucleo familiare variopinto ma luminoso, alternativo ma unito, dolorante ma solare. La piccola Sol unisce con un filo invisibile i suoi familiari e il ciclo naturale della vita, cercando di affrontare/combattere/accettare la morte. Rituali mistici “fai da te”, cure palliative, fratelli, zii, nipoti, amici, palloncini, animali, insetti. Tutto brucia, tutto porta ad una inevitabile conclusione. E il lungo sguardo finale di Naíma Sentíes brucia anche la nostra anima. Bellissimo.

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