Better Man

BETTER MAN di Michael Gracey (2024)

Vita, musica e demoni dello scimpanzé Robbie Williams, ex Take That diventato pop star cult.

A ape is born. Pop star “primati” sull’orlo di una crisi di nervi. Successo/caduta/ri-successo del mito di Robbie Williams, controversa icona british che in qualche modo ha segnato un epoca. Anni fa ci aveva provato pure Celentano a fare il musicarello scimmiesco. Ora Williams, in versione “Cesare”, racconta la sua vita a 100km orari tra cielo e terra (quasi sottoterra) a testa in giù. E in qualche modo fa centro. Lontano dai soliti musical-biopic recenti costruiti con lo stampino (Bohemian Rhapsody o Back to black), Williams ci mette la vita, Michael Gracey ci mette lo sguardo selvaggio. E l’operazione incredibilmente funziona. Vorticoso ma sincero. Bizzarro ma coinvolgente. Robbie Williams viene fatto a pezzi tra padri assenti, nonne materne, depressione, droghe e banane. Senza per forza risultare simpatico a tutti i costi. Peccato per il flop ai botteghini. Forse avrebbe meritato di più.