AFTER THE HUNT – DOPO LA CACCIA di Luca Guadagnino (2025)
Una studentessa di Yale confessa ad una insegnante una molestia sessuale che potrebbe distruggere la sua carriera.
Ulisse all’inferno. Insegnanti, allievi, amici. Generazioni, idee, obiettivi. Molestie, rivalità, scontri. Il mondo della scuola può diventare uno spietato teatro di guerra (generazionale) tra borghesi ricchi, viziati e antipatici. Luca Guadagnino abbandona amori complicati per affrontare rapporti/situazioni complicatI nell’era del me too. E costruisce un castello invisibile fatto di ipocrisie, maschere, segreti, mani, alcol e ulcere dove tutti hanno ragione e tutti hanno torto marcio. Proprio tutti. Interessante nella sua freddezza narrativa, si perde un po’ durante i 139 minuti (scanditi da un ticchettio hitchcockiano), soprattutto nella parte finale. Ma Guadagnino sa perfettamente gestire un cast assolutamente sublime (Julia Roberts e Ayo Edebiri su tutti) e una sceneggiatura che forse poteva osare un po’ di più. Ma il gioco pseudo-alleniano cmq funziona e la borghesia medio-alta è pronta a crollare. E a rinascere a nuova (patetica) vita quando la caccia è finita.
