Hellraiser

HELLRAISER di David Bruckner, 2022

Una ragazza tossicodipendente trova un misterioso cubo che si rivelerà essere la chiave per un mondo depravato di dolore.

Il rebus di Dio. La configurazione del dolore per affrontare il proprio Inferno personale. Una chiave/puzzle (con lama) che apre le porte al piacere più “estremo” e “spirituale”. Se riuscirete a completare la configurazione, arriveranno “ricchi” premi. Che solo noi stupidi umani possiamo accettare. Tornano gli angeli cenobiti barkeriani, ma questa volta con dignità (dopo tanti orribili sequel). David Bruckner (regista dell’ottimo The Night House), gioca con l’Inferno del Maestro Barker e realizza una elegante (e intelligente) reinterpretazione. Tra il torture porn, l’art house e un pizzico di teen horror. Nuova configurazione di Pinhead (questa volta più donna che uomo) approvata. Finale “paradisiaco” in stile Martyrs. Si rimane ovviamente nel terreno mainstream, ma tutti gli elementi sono al posto giusto e lo spettacolo appaga. E se siete pronti a soffrire per l’eternità, buon Paradiso.