Caracas

CARACAS di Marco D’Amore, 2024

Giordano Fonte è uno scrittore napoletano che si aggira in una Napoli che inghiotte e terrorizza ma allo stesso tempo affascina, una città che non riconosce più dopo esservi tornato dopo molti anni. Con lui c’è Caracas, un uomo che milita nell’estrema destra e che sta per convertirsi all’Islam, alla ricerca di una verità sull’esistenza che non sa trovare. Giordano canta l’amore impossibile tra Caracas e Yasmina attraversando una città dove tutti sperano di non perdersi, di salvarsi. Tutti, anche Caracas e Giordano, sognano di poter aprire gli occhi dopo un incubo e scorgere, dopo il buio della notte, una giornata piena di luce.

Ermanno Rea nel 2007 ci regala un romanzo forte come Napoli Ferrovia e Marco D’Amore ne realizza un film visionario e potente come Caracas. Incontriamo Marco al Victoria Cinema di Modena e ci troviamo spiazzati al termine della proiezione perché Caracas è “complicato”. Marco ci tranquillizza e ci fa sapere che il film non ha un solo significato, ma ha volutamente lasciato aperte diverse interpretazioni perché il suo obbiettivo era quello di regalarcelo e di lasciare alcune pagine vuote affinché ognuno di noi potesse completarle. Toni Servillo è un alter ego di Rea, Giordano Fonte, smarrito e mai soddisfatto, rassegnato al tramonto della vita e della sua arte, ma non a quello degli ideali. Marco D’Amore è Caracas, fascista che nel Duce cerca la possibilità di sentirsi meno orfano e nell’Islam trova la famiglia che non ha mai avuto. Un personaggio fatto di speranza e disperazione. Un film che può sembrare condito di azione, ma che ne svela un animo sensibile e commovente. Non possiamo e non vogliamo svelarvi altro perché Caracas è un viaggio che ogni spettatore dovrà intraprendere a suo modo. Qualcuno ha chiesto (domanda che io mai avrei fatto) : cosa c’è di Gomorra in Caracas ? Marco D’Amore ci risponde : “Assolutamente nulla, nemmeno Napoli”.