28 ANNI DOPO di Danny Boyle (2025)
28 anni dopo la terribile epidemia di rabbia, l’Inghilterra è isolata dal mondo. Un padre e un figlio cercano di sopravvivere.
The Last of Teletubbies. Rabbiosi evoluti(?) e umani involuti. Padri che insegnano ai figli e figli che salvano le madri. La ex-terra della Regina Elisabetta è isolata dal mondo e la Brexit non c’entra. Forse. Ma la patria dei Teletubbies è destinata a tornare indietro nel tempo. Torna la coppia Boyle/Garland per il sequel del cult “digitale” classe 2003. Tutto è in espansione: storia, infetti, personaggi. World building insomma. Il gioco diverte (la satira sulla situazione attuale inglese è a tratti geniale), ma la carne al fuoco è tantissima e si ha la sensazione che tutto sia un po’ troppo veloce (forse non a caso) e troppo “già visto”. Per non parlare dei “nuovi” mostri che sembrano usciti da Bollywood. Cast comunque in forma smagliante (Alfie Williams e una strepitoso Ralph Fiennes simil-Kurtz su tutti) e si arriva alla non-fine (alla Arancia Meccanica) con la voglia di andare avanti. La nuova trilogia è iniziata. L’impegno si vede, ma serve altro per convincere.