EDDINGTON di Ari Aster (2025)
Anno 2020. Nell’isolata città di Eddington, in piena pandemia, lo scontro tra lo sceriffo e il sindaco scatenerà una catena di eventi destinati ad esplodere.
C’era una volta il Covid. Americani di frontiera alle prese con emergenze planetarie. La corsa al potere è destinata a finire nel sangue. Anche in mezzo al deserto. Ari Aster dopo il sole della Svezia, ci porta sotto il sole “western” del deserto americano, tra città vuote, sceriffi (falliti) sull’orlo di una crisi di nervi, politici, politica, guru affascinanti, proteste “black” e (ovviamente) tante armi. L’umanità, resa debole da pandemie e social, costretta ad una involuzione mentale (e fisica) destinata a peggiorare. O forse siamo sempre stati così. Non resta nient’altro che spararsi a vicenda e che vinca il migliore (o chi resta vivo, in qualche modo). Tra i (soliti) fratelli Coen, un po’ di Tarantino e l’anima anarchica di Matt Groening. Ari Aster si riconferma autore che spacca (in tutti i sensi). Ultimo ma non ultimo, Joaquin Phoenix. Straordinario.
