Miss Marx (2020)

VENEZIA 77

Ho sempre pensato che Susanna Nicchiarelli fosse una regista sopravvalutata. Fin dai suoi esordi, non è mai riuscita a convincermi del tutto e persino con il suo acclamato Nico, 1988 non è riuscita a fare breccia nel mio cuore. Ma forse è un problema mio. Quindi mi sono avvicinato al suo Miss Marx con tanta curiosità e con un pizzico di timore. La storia è quella di Eleonor Marx, figlia di Karl Marx, impegnata a portare avanti le idee del padre e a combattere per i diritti dei lavoratori. Ma nella vita privata, Eleonor si rivelerà una donna fragile e innamorata di un uomo sbagliato. Come prevedibile, anche questo Miss Marx non convince mai del tutto. C’è sicuramente una messa in scena curata e dettagliata, ma il problema è la scarsa “originalità” dell’operazione. Susanna Nicchiarelli prova a fare la “Sofia Coppola italiana”, cercando di tratteggiare una donna “rock” accompagnata dalla musica “rock”. Ma se in Marie Antoinette, la Coppola riesce a creare una bellissima unione tra immagini e musica, la Nicchiarelli fatica a rendere omogeneo il suo film, e il ritmo crolla inesorabilmente. Resta comunque una grandissima interpretazione di Romola Garai (in odore di Coppa Volpi) e una sicuramente efficace ricostruzione d’epoca. Il cinema italiano a Venezia 77 rimane su territori poco ispirati.

trash
“la regia di Susanna Nicchiarelli”

cult
“una meravigliosa Romola Garai”

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