Loro 1 (2018)

LUI 1

Possiamo dividere questo Loro 1, primo film del dittico su Silvio Berlusconi scritto e diretto da Paolo Sorrentino. La prima racconta dell’ascesa di Sergio Morra (interpretato da Riccardo Scamarcio, che nella realtà corrisponde a Gianpaolo Tarantini) e della sua scalata tra cocaina e veline per arrivare a “Lui”. Sorrentino ci scaraventa subito nel delirio carnevalesco fatto di droga, ragazze, soldi e feste, dove tutto è possibile e dove “Lui” è considerato inarrivabile. Nello stile di Martin Scorsese (e del suo capolavoro The Wolf of Wall Street), tutto diventa estremo e surreale. I corpi nudi delle “veline” che ballano e si concedono ai potenti è una realtà che ormai conosciamo bene, ma qui il regista decide di premere troppo l’acceleratore. E’ cinema di pura forma stilistica, che Sorrentino fatica a gestire (Scorsese è Scorsese) e in alcuni punti risulta quasi ridicolo (la scena della festa in piscina è troppo lunga e “finta” come la sequenza del camion della nettezza urbana). Ma ad un tratto si cambia completamente registro, ed entra in scena “Lui”, ovvero Silvio Berlusconi. Tutto si placa, tutto si quieta e la storia si trasforma in qualcosa di diverso. Toni Servillo, interpreta un Berlusconi caricaturale, quasi fumettistico, che spara battute, fa sorrisi, prende tutto alla leggera e che tenta di recuperare l’amore della moglie Veronica Lario. Non è il Berlusconi “divinità” che ci eravamo immaginati nella prima parte e che i protagonisti amavano/temevano. E’ un uomo che sta tentando di recuperare la sua storia d’amore e la sua vita (bellissima la scena finale sulle note di Domenica Bestiale di Fabio Concato). E’ difficile dare un giudizio obiettivo a questo primo film senza aver visto la seconda parte, ma l’impressione è che Sorrentino ci stupirà. Senza effetti speciali e senza virtuosismi. Solo con le emozioni.

trash
“la sequenza dell’incidente del camion della nettezza urbana”

cult
“una sorprendente seconda parte”

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