Loro 2 (2018)

TRAGEDIA DI UN UOMO RICCO

Per un attimo ci avevo creduto. Dopo Loro 1, ero (quasi) sicuro che Sorrentino potesse chiudere il suo dittico alla grande. In realtà non è così e tutti i miei dubbi sul progetto si sono concretizzati con questo Loro 2. Avevamo lasciato Servillo/Berlusconi nella sua villa in Sardegna che provava in tutti i modi a riconquistare la moglie Veronica Lario, e lo ritroviamo lì, con un matrimonio sull’orlo del baratro e l’ossessione di tornare in cima al mondo. Sorrentino, fortunatamente, abbandona lo stile simil-scorsesiano di Loro 1 e si concentra sull’uomo Berlusconi. Il dialogo iniziale con Ennio Doris, ci fa capire che la direzione presa da questo secondo film è la voglia di rinascita di un uomo che ha capito perfettamente di essere invecchiato. E questa parte funzione benissimo. La sequenza della telefonata ad una sconosciuta è esilarante, ma allo stesso tempo amara e “maliconica”, mentre l’incontro/scontro con la moglie Veronica Lario è indimenticabile per la semplicità della messa in scena e per l’intensità dei due interpreti. Peccato poi che Sorrentino si ricorda di essere Sorrentino, e il castello crolla. Come già successo nel primo film, la storia gira un po’ a vuoto e manca un vero e proprio finale. Questo è il punto debole di (quasi) tutto il cinema di Paolo Sorrentino: grande capacità registiche, ma sceneggiature mai all’altezza. Un vero peccato, perchè Toni Servillo è uno straordinario Silvio Berlusconi e in alcuni momenti scatta l’applauso, ma i momenti involontariamente ridicoli sono tanti e fastidiosi (vedi come è stato trattato il terremoto dell’Aquila). Si arriva a fine film e la domanda arriva puntale: “Quindi uscirà anche Loro 3?”. La risposta la sapete già.

trash
“La sequenza finale del terremoto”

cult
“La telefonata di Berlusconi ad una sconosciuta e l’incontro/scontro con Veronica Lario”

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